Il
pensiero creativo è una parte importante dello sviluppo psico-fisico di uno studente.
A
tal scopo è necessario per prima cosa dare una definizione precisa di
creatività per poi usarla nel gioco, nei laboratori e magari nella quotidianità
di ogni classe.
Attualmente
la creatività è, così come lo era in passato, oggetto di importanti riflessioni
teoriche e studi empirici in ambito sia psicologico sia pedagogico: ad esempio
J. Bruner (1915-2016) ne individua le caratteristiche “nell’abilità e
nell’attitudine ad intuire in modo immediato possibili relazioni formali, prima
ancora di saperle dimostrare in un orizzonte logico”. Inoltre l’azione creativa
innesca una “sorpresa produttiva” dove un ruolo importante è svolto dalla
metacognizione: il soggetto creativo introduce elementi nuovi e originali
nell’ambito del suo campo d’azione.
Secondo
gli studi dello psicologo americano J.P. Guilford (1897-1987), la creatività è
un processo che implica la produzione di nuove idee e nuovi concetti o di nuove
associazioni tra idee e concetti già esistenti e la loro trasformazione e
concretizzazione in un prodotto nuovo ed originale. Da un punto di vista
scientifico, i prodotti del pensiero creativo hanno quindi in sé i caratteri
della “originalità” e della “appropriatezza”.
I
sostiene spesso che la creatività è una capacità molto importante per affrontare
il futuro e che le nuove generazioni dovrebbero possedere in previsione delle
sfide che il mondo in rapido cambiamento pone loro.
Sviluppare
la creatività richiede l'applicazione di varie modalità di lavoro che
predispongano lo studente a mettersi in gioco e a proporre idee insolite e
stravaganti.
Sollecitare
la creatività negli alunni può aiutare a maturare sensibilità, pensieri e
atteggiamenti meno convenzionali e più personali: una potente risorsa per far
fronte a situazioni anche collettive difficili e critiche, permettendo di
diventare occasione di crescita e di apprendimento.
Aprire
nella scuola degli spazi per la creatività può così contribuire a porre le basi
di una personalità positiva e generativa. Per inserirsi con successo in scenari
sempre più imprevedibili che la quotidianità propone è importante essere
altamente flessibili, trovare vie di uscita efficaci e rinnovarsi continuamente.
Al
momento che sia le conoscenze scientifiche sia le convinzioni sociali riguardo
alla creatività sono soggette a evoluzioni nel corso del tempo, pare utile
richiamare l’attenzione sui processi attinenti allo sviluppo di condotte
mentali comportamentali di tipo creativo. Tali processi, così come le strategie
utilizzabili, sono ingrediente indispensabile nella definizione di obiettivi
educativi che rinunciano a ciò che è ripetitivo, schematico, abitudinario
convergente.
Una
prima possibilità per il “cosa” e il “come” proporre stimolazioni funzionali a
condotte creative è la definizione di quale atteggiamento utilizzare, ossia
quale particolare modalità di rapportarsi alla realtà e di interagire con essa.
L’atteggiamento creativo è stato designato come apertura verso l’esperienza,
accettazione del rischio e della contraddittorietà, spirito di avventura,
predilezione verso la complessità.
In
accordo con questa impostazione, più recentemente alcuni aspetti che
caratterizzano l’atteggiamento dell’individuo creativo sono stati intesi come
elementi di una più generale dimensione psicologica denominata problem-finding.
Essa consiste nella tendenza a considerare vari possibili approcci al problema,
ad abbandonare la via intrapresa qualora un’altra si presenti come più adeguata
allo scopo, a non considerare definitivi risultati raggiunti.
La
creatività come potenzialità è da intendersi come una predisposizione che
permette all’individuo, in date circostanze, di compiere specifiche
elaborazioni mentali atte a produrre risultati originali. Possono rientrare in
questo ambito le visioni secondo cui il pensiero dell’individuo creativo
sarebbe contraddistinto principalmente da fluidità di idee, flessibilità,
originalità, aspetti della mente virtualmente idonei a garantire un’elevata
probabilità di reperire idee inusuali e utili.
Un
particolare processo implicato nel pensiero creativo è la ristrutturazione: la
soluzione creativa di un problema risiede nel considerare il problema stesso da
un differente punto di vista in modo che emergano nuove relazioni. Possono
essere collocate in quest’ambito le concezioni secondo le quali la creatività
compie associazioni/accostamenti insoliti di idee e risulterebbe effettuare
operazioni quali il ricombinare esperienze precedenti o l’individuare aspetti
comuni in realtà diverse.
A
seguito elenco alcuni termini utili al processo creativo:
•
Fluidità di nuove idee a partire da una situazione data o in riferimento un
problema.
•
Flessibilità: passare agilmente da una categoria di idee a un’altra, cambiando
strategia ideativa modificando il flusso di pensiero.
•
Originalità per trovare risposte insolite o uniche poco frequenti, seppur
coerenti con la situazione stimolo, all’interno di un ampio campione di
risposte prodotte.
•
Associazioni: mettere insieme idee, concetti, in modo da dare origine a idee e
concetti nuovi.
•
Ristrutturazione per cogliere la struttura della situazione data, di elementi
costitutivi e le loro relazioni per riorganizzarli in modo diverso.
Il
contesto ludico grazie alla sua finalità (divertimento) permette di sviluppare
le capacità creative, legate all’autoefficacia e all’autostima.
In
un contesto istituzionale come la scuola, la creatività prende forma spesso nei
laboratori che essendo più slegati dagli obblighi della programmazione
didattica, sono costruiti per permettere ai bambini di imparare a gestire i
problemi e i cambiamenti in modi innovativi.
DIDATTICA
DELLE SCIENZE
La
scienza fornisce agli studenti gli strumenti per comprendere meglio il mondo
che li circonda. Incoraggia la curiosità e lo spirito critico. Sottolinea la
relazione tra l’uomo e la natura e ci ricorda che le risorse naturali non sono
illimitate. La scienza fa anche parte integrante del mondo attuale: siamo
circondati dai suoi prodotti, dai lettori MP3 agli strumenti medici passando
dai computer nascosti nelle nostre macchine. Dipendiamo sempre più dalla
scienza. Ascoltiamo gli “esperti” che ci consigliano su argomenti di interesse
generale come il cambiamento climatico o gli OGM negli alimenti. Traggono la
loro esperienza dalla scienza. Se dobbiamo apprezzare quello che ci dicono e
comprendere il loro ragionamento, abbiamo bisogno di una «cultura scientifica»:
dobbiamo essere in grado di valutare quello che ci viene detto.
Il
mio obiettivo è affiancare gli insegnanti nella valutazione di quei valori che
reputo fondamentali per un buon educatore (intelligenza, volontà, sensibilità,
modestia) e delle qualità che accompagnano la motivazione ad ogni intervento
educativo, degli ideali che danno senso all'approccio didattico, quello stesso
che trasforma un'aula scolastica d'inizio anno in una colorata stanza del
sapere, fatta di attese e di sogni, di crescita.
Nessun commento:
Posta un commento